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Basta discorsi surreali, il Pd vada oltre le etichette

Danilo Di Matteo sabato 21 Gennaio 2023
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di Danilo Di Matteo

 

A suo tempo Lionel Jospin distingueva tra economia di mercato, fondamentale nelle nostre democrazie, e società di mercato, nella quale tutto si riduce a merce e a scambio. Non mancavano i critici, neppure da noi, pronti a considerare tale dicotomia un colpo di coda dell’antica ostilità socialista verso l’assetto liberale. Forse era così. 

Oggi, tuttavia, essa può tornare attuale di fronte a discorsi surreali del tipo: “il Pd deve tendere alla socialdemocrazia o al liberalismo? Deve coltivare la vocazione al governo o all’opposizione? Partito delle differenze o del ceto medio?”. Come se la politica si risolvesse in un problema di marketing: a chi vendo il mio prodotto? A quale pubblico mi rivolgo per il mio show? Trionfo dell‘impotenza della politica, insomma. 

E qui comprendo appieno cosa intendessero dire quegli studiosi che trenta-quaranta anni fa affermavano che della lezione di Marx o di Salvemini o di Gramsci resta valido il metodo. Come prescindere, infatti, dallo studio e dall’analisi della società e delle sue questioni per provare a metterne a fuoco le possibili soluzioni? No, il mondo non è un enorme centro commerciale nel quale sia possibile trovare già pronti tutti i prodotti con le rispettive etichette. 

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