LibertàEguale

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di Umberto Minopoli

 

Si legge che il succo del discorso di Mattarella sarà su due concetti: urgenza di una fase di coesione nazionale e orgoglio italiano. Sono convinto che è la convinzione del 90% degli italiani.

Il Presidente allude apertamente all’esigenza di una “tregua politica”, di una uscita dal clima di guerra civile e di una battaglia politica fondata sulla delegittimazione dell’avversario politico, sull’odio dell’altro e sulla mostrificazione del nemico.

Non illudiamoci. Questo clima di scontro sta facendo molto male. Guardate i sondaggi. Non ci sono solo quelli sui partiti. Guardiamo quelli sull’economia: la maggioranza degli italiani non ha fiducia, è pessimista, non crede che ci riprenderemo. In un’economia, libera e aperta, aspettative e fiducia sono tutto. La sfiducia è responsabilità della politica: da anni, in linea con la crescita del populismo, essa comunica solo messaggi di scontro e impotenza. E’ fondamentale una tregua politica.

Non siamo ipocriti però. Chi sta al governo ha una responsabilità in più nel perseguire una “tregua politica”. Primo, perché sta, appunto al governo ed esprime la maggioranza del Parlamento. Secondo, perché è un governo non eletto e, molto probabilmente, di minoranza oggi nel Paese.

Deve essere rovesciata la filosofia del cambio di agosto: non deve esistere un governo che abbia la sua sola giustificazione nell’essere contro Salvini. Non funziona: si governa male, senza coesione tra i partners e si aggrava il clima di scontro. E’ stato irresponsabile aver comunicato al Paese il messaggio che “non si vota perché è possibile che Salvini vinca le elezioni”. Un messaggio devastante: per la metà del paese che vota Salvini; per il clima della lotta politica nel paese (da guerra civile); per l’immagine diffusa, distorta e falsa, di fragilità della nostra democrazia. Descritta come un regime sottosviluppato in procinto, se vince Salvini, di un colpo di Stato. Una tragica barzelletta.

La risposta è una “tregua politica” e una politica di pacificazione. Sulle cose da fare nel 2020. Ma la vera risposta è sulla legge elettorale e sulle regole per competere. La frammentazione elettorale del proporzionale sarebbe la legittimazione della “guerra di tutti contro tutti” che eternizza la guerra civile. Il bipolarismo è la strada maestra per creare un clima in cui si “compete per il governo”, con regole di legittimazione reciproca e in un clima di competizione sui programmi politici. E non di guerra civile sui valori divisi. La Lega è il polo aggregatore del centrodestra. Il Pd si avvia ad esserlo per un nuovo centrosinistra. Da questo si dovrebbe partire per puntare a creare una vera democrazia unitaria e dell’alternanza.

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