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Congresso Pd, rilanciamo il riformismo del nuovo secolo

Andrea Ferrazzi venerdì 28 Ottobre 2022
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di Andrea Ferrazzi

 

Si dà avvio alla fase congressuale del Partito Democratico.

Qualcuno pensa di avviare una rifondazione che guarda al ‘900. Oppure di costruire l’identità attraverso le mere alleanze. C’é chi auspica una frattura nel Pd, per ritornare ognuno alla proprie casette del secolo scorso.

Per altri, la strategia sarebbe quella di nascondersi dietro evanescenti e velleitari progetti di un radicalismo populista che è semplice fuga dalla realtà e dalla responsabilità, chiudendosi in un vittimismo rivendicativo che pensa di poter costruire la propria identità e la propria credibilità semplicemente “contro”.

Quel che serve, invece, è la capacità di alimentare un pensiero nuovo, adeguato alle nuove sfide.

Dobbiamo creare luoghi del pensiero, della riflessione, della visione. Luoghi del “pensiero generativo”, che mettano insieme le culture originarie per costruire una innovativa comunità di destino. Luoghi in cui le persone di diversa provenienza si sentano partecipi nella costruzione di una casa comune, luoghi in cui le energie vengono messe a disposizione non per un conflitto tutto interno tra addetti ai lavori e che non parla a nessuno, ma per guardare oltre i muri e gli steccati.

Immagino così il Congresso: non una conta, che non servirebbe a nulla, ma il luogo nel quale si parte da una seria analisi delle nostre manchevolezze per rilanciare il ruolo del progressivo e del riformismo nel nuovo secolo.

Manchevolezze che hanno consentito ad un coalizione di destra-centro di vincere le elezioni. Una coalizione per nulla imbattibile, guidata da una post missina, con accanto un 86 enne dalle antiche glorie e un “capitano” non esattamente invincibile. Una coalizione a fronte della quale il Pd non è riuscito a presentarsi credibilmente al paese né come singola forza politica né come alleanza, nemmeno meramente elettorale.

Serve un Congresso costituente, che non butti via oltre all’acqua sporca anche il bambino, che non scelga un insensato autoscioglimento. Coscienti che il mondo, l’Europa e l’Italia in questi ultimi anni sono in un mutamento continuo e profondo e che la sfida che tutto ciò ci lancia è poderosa e affascinante. Merita di essere vissuta.

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