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Di Maio senza cravatta e le pene di Zingaretti

Umberto Minopoli giovedì 23 Gennaio 2020
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di Umberto Minopoli

 

E’ la crisi di un partito sovietico, l’ultimo.

Di Maio non poteva reggere dopo sconfitte e ripetizioni e lo stillicidio di fughe.

I 5s, con le dimissioni, scoprono il marasma: non hanno un gruppo dirigente individuabile, non hanno una linea politica derivata democraticamente da un congresso, erano governati da una piattaforma impersonale oscura: in realtà da una oligarchia non elettiva, con alla testa un guru ideologico, un perfetto partito sovietico ammantato di anarchia. Come conviene alle oligarchie e ai gruppi politici dispotici.

La crisi riflette un passaggio delicato per il governo e per il Pd. Nei fatti: aumenta il peso, la responsabilità e la funzione del Pd nel governo. Nei fatti, oggi, è il Pd la prima forza vera della maggioranza. La crisi dei 5S lo proietta come secondo partito, primo del centrosinistra e perno, lo si voglia o no, di ogni immaginabile combinazione alternativa alla Lega. E’ nel bilancio di Zingaretti: un’inattesa centralità. Hanno sbagliato previsione e scommessa i vari scissionisti del Pd: tutti.

Al netto delle elezioni in Emilia il governo è destinato a durare: la somma degli sbandamenti dei 5 Stelle non fa la crisi del governo e della legislatura. E’ scontato, che pur nel caos, i parlamentari grillini hanno un solo obiettivo: durare.

Ma questo obiettivo non può essere, meccanicamente, quello del Pd. Che come partito nei fatti guida di questo governo ha una doppia esigenza: la stabilità ma, anche, la produttività del governo. Zingaretti, per quello che dice e che fa, a me sembra assolutamente consapevole di ciò: ha posto, per primo, il tema di una verifica (dopo le elezioni emiliane).

Ed è l’unica forza politica della maggioranza che gode di un vantaggio non indifferente: può non escludere le elezioni anticipate dal suo orizzonte di medio periodo. Svolta nel governo o crisi: è la responsabilità del Pd. Qualunque sarà il voto in Emilia Romagna questo dato non cambierà. Il Pd è diventato veramente centrale. E questo comporta onori e pene.

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