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L’alleanza con il M5S è la morte del Pd

Umberto Minopoli domenica 9 Settembre 2018
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di Umberto Minopoli

 

L’ipotesi di alleanza del Pd con il M5S non è mai stata una reale possibilità. Alcuni dirigenti Pd riconoscono che era solo uno spaventapasseri, voluto dall’alto per piegare gli euroscettici. Strumentalizzato dalla minoranza del Pd in funzione antiRenzi. Una fake insomma.

Oggi ritorna a far capolino. In due versioni. Entrambe prive di logica e realismo. C’è chi la vede come risultato di uno strappo di Salvini per andare all’incasso della popolarità nei sondaggi (inconsistente: Salvini gioca l’incasso nelle elezioni europee). E c’è chi la vede come conseguenza di uno strappo del M5S in difficoltà nei sondaggi e tentati dalla mossa del cavallo (sostituire il Pd alla Lega). Ipotesi ridicola, comica, inconsistente. Se a maggio era una velleità (infatti non esplorata da Mattarella) mettere l’intero centrodestra all’opposizione, lo è ancor più adesso che vola nei sondaggi. Non esiste. Se non nella mente stravolta di qualche travaglista di sinistra che sogna (al solito) una spallata dalla Magistratura e/o la rivolta anti Di Maio nel M5S. Due sciocchezze impossibili.

Ma questo sogno velleitario se, a maggio, era una suggestione o una tattica senza base reale, oggi è privo di logica. Il M5S (specie l’ala sinistra) sono in difficoltà perché sta franando (per fortuna) la loro parte del “contratto di governo”: Ilva non chiude, i vaccini sono obbligatori, il Tap e la Tav non sono cancellati, i vincoli del deficit non si sfondano, il reddito di cittadinanza (se va bene) diventa una promessa per l’avvenire, la pensione di cittadinanza è saltata, la demagogia sui vitalizi è a rischio. Di Maio, per ora, ha portato a casa solo le penali per chi vuole assumere. E qualche odioso provvedimento giustizialista. Penoso bilancio.

Perché il Pd dovrebbe sostituire Salvini in maggioranza con il M5S? Per resuscitare il loro programma scellerato che, per fortuna, sta franando? Sarebbe lo snaturamento e la morte definitiva del Pd. Infatti non ha senso e non si farà. Con buona pace di Travaglio, del Fatto Quotidiano, di qualche zelante loro giannizzero nel Pd e del candidato-segretario Zingaretti che tace allegramente (come Conte, il premier che non c’è) su ogni nodo di politica reale e concreta.

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