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5s e vecchia sinistra: i media a senso unico

Umberto Minopoli mercoledì 27 Febbraio 2019
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di Umberto Minopoli

 

A guardare certa propaganda (la 7 pro-Zingaretti di ieri) a uno verrebbe di chiedersi “ma su che cosa si fanno le Primarie del Pd”? Occultati i due candidati concorrenti di Zingaretti, occultate le differenze tra loro, occultate le ragioni della competizione.

A Zingaretti Rai e tv, insieme alla grancassa di Repubblica, del Fatto e dei giornaloni amici hanno offerto, dall’inizio, una tribuna in cui, senza contraddittorio, il presidente del Lazio ha potuto ripetere la sua filastrocca di temi senza la minima dialettica.

Risultato: una melassa di regime in cui nessuno ha potuto capire su cosa si sceglie domenica alle Primarie del Pd. E poi si lamentano, anche alla 7, che la maggioranza degli italiani sia disinteressata alle Primarie.

Hanno con protervia e prepotenza oscurato il confronto, decretato a tavolino la vittoria di Zingaretti, offerto tribune solo a quest’ultimo, inscenato una farsa informativa senza precedenti. Zingaretti ha potuto così svicolare.

Nessuno che chiede: dove sono finiti i motivi della sua candidatura che hanno sollevato allarme e preoccupazione nel popolo del Pd: il giudizio liquidatorio sui governi del Pd, la profferta di alleanza ai 5 Stelle, la minaccia di fare “piazza pulita” del Pd di Renzi, l’endorsement alla sua candidatura da parte di Leu e dei fuoriusciti del Pd, la litania sul carattere di sinistra dei temi dei 5 Stelle?

Tutto scomparso, sommerso, rimosso in Tv.

La dialettica del congresso ridotta a commedia, i candidati opposti a Zingaretti dipinti come forza di disturbo e di divisione senza ragioni. Sembra che le Primarie siano del tutto inutili. Hanno ripetuto su di esse la campagna unilaterale, da regime, a senso unico e di parte che, in due anni, contro Renzi e il governo del Pd ha contribuito alla vittoria del populismo.

La realtà è, invece, che le Primarie sono importanti. E la posta in gioco è decisiva: se vince Zingaretti il Pd torna al passato, al piccolo cortile di una sinistra chiusa e minoritaria, culturalmente subalterna ai temi dei 5 Stelle, immobilizzata nell’attesa della rottura tra Lega e grillini, incapace di competitività con la destra di Salvini. A cui si schiuderanno praterie se il Pd si riduce a forza minoritaria di denuncia, ricacciato nel tran tran di una discussione asfittica e inutile, che guarda solo alla sua sinistra: un arido cortile elettoralmente vuoto e improduttivo.

Questo Pd perderebbe di interesse, moltiplicherebbe abbandoni e divisioni. E, soprattutto, allontanerebbe l’alternativa a Salvini e al populismo. Per questo serve far vincere Giachetti. E si può.

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1 Commenti

  1. mario oscar mercoledì 27 Febbraio 2019

    Che gli dei ti ascoltino!

    Rispondi

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