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Il Pd è erede o no di chi vinse nel ’48?

Stefano Ceccanti martedì 22 Gennaio 2019
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di Stefano Ceccanti

 

Giuseppe Provenzano, della sinistra Pd, intervistato da Daniela Preziosi sul Manifesto, in un’intervista in cui dice varie cose, alcune anche interessanti, replica seccamente a Prodi che aveva evocato le elezioni del ’48 a proposito delle prossime europee con una domanda: “E poi nel 48 abbiamo perso, no?”.

Nell’intervista per La Stampa Prodi aveva detto:”Ci sono momenti nei quali una scelta può avviare un processo che segna il nostro futuro: le prossime elezioni Europee sono destinate a richiamare in un contesto più ampio quelle del 1948 in Italia. Chiamano in causa il nostro destino. E ancor prima che essere anti-sovranisti e anti-populisti, dobbiamo essere per l’Europa”.

Non è ben chiaro se Provenzano in quel plurale (“E poi nel 48 abbiamo perso, no?”) intenda il Pd e spero di no: in quel caso gli andrebbe replicato che larga parte delle tradizioni che sono confluite nel Pd, dalle sinistre interne alla Dc, ai repubblicani, ai socialdemocratici, in realtà il 18 aprile 1948 avevano vinto e poi, gradualmente, anche le altre sinistre si riconciliarono con le scelte di allora, atlantica ed europea.

Prodi con quell’esempio voleva proprio situarsi dal lato delle ragioni di allora: quelle di chi vinse e che sono diventate, mi pare, le ragioni di tutti, anche delle sinistre di governo.

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