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Un anno dei populisti ha depresso l’economia

Umberto Minopoli lunedì 1 Aprile 2019
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di Umberto Minopoli

 

Il governo è scassato su tutto e l’economia è ferma.

Un anno dei populisti ha depresso l’economia, ha aggravato deficit e debito, ha bloccato investimenti ed opere, ha fiaccato aspettative di risparmiatori ed investitori, ha invertito i trend su disoccupazione e Pil, ha rialzato la pressione fiscale, ha rimesso il paese nelle mani dei “tecnocrati” di Bruxelles che devono vigilare (per fortuna) sui disastri contagiosi della nostra economia.

Un fallimento totale.

Portano a casa solo due provvedimenti, quelli di bandiera, lo spot elettorale – reddito di cittadinanza e quota 100 – che sono però anche la causa del disastro. E quelli che dopo le europee, scommessa, torneranno in discussione.

E, a giugno, ci aspetta il redde rationem: conti sbagliati, recessione e norme di salvaguardia (Iva) imporranno una manovra economica di lacrime e sangue.

I 5 Stelle hanno la colpa del disastro economico. Che è frutto del loro demenziale programma di decrescita, di spesa corrente fuori controllo e di assistenzialismo sprecone imposto ad un paese stagnante e a debito alto.

Ma, se Sparta (i grillini) piange, Atene (la Lega) non ride. Nonostante i voti. Salvini ha sacrificato all’altare del contratto fallimentare con i 5 Stelle, il suo elettorato, le sue promesse, la sua faccia: le tasse aumentano, le imprese soffrono, il Nord perde colpi e il Sud declina ancor più.

E perfino l’autonomia differenziata di Veneto, Lombardia ed Emilia, la bandierina della Lega, è finita in un pasticcio inconcludente. Salvini, ha ragione Berlusconi, è svergognato. E stringe un pugno di mosche.

La lezione per tutti? Chi tocca i fili dei grillini prende la scossa. Sono inadatti e pericolosi per ogni ipotesi di governo. Lo ha capito il Pd? Sarebbe ovvio e utile per l’Italia che il governo cadesse. E fosse sostituito da un esecutivo non estremista che mettesse una pezza. E ci salvasse dall’emergenza dell’economia.

Oppure votare ma avendo il coraggio (Pd e Forza Italia) di uscire dall’equivoco centrodestra contro centrosinistra e costringere Salvini e Di Maio a presentarsi insieme, a rompere il trucco e gli equivoci. Dubito che accadrà.

Abbiamo un’opposizione debole, afasica e stupidamente divisa: Forza Italia brama Salvini (il complice del delitto), il Pd brama i 5 Stelle (gli autori del delitto) e, in Parlamento, l’alternativa a questo governo cialtrone e miserabile langue e ristagna. Finirà che ce li dobbiamo tenere. Per quanto?

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