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Manovra, un mostro di trasformismo politico

Natale Forlani venerdì 28 Dicembre 2018
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di Natale Forlani

 

Il difetto professionale ha avuto il sopravvento sulla quiete natalizia, perciò non ho resistito alla tentazione di dare una scorsa veloce al testo della legge di stabilità 2019 approvato dal Senato con voto di fiducia. In pratica, un unico articolo composto da oltre1200 commi che ha riscritto completamente la proposta originale avanzata dal Governo e sulla quale le commissioni parlamentari hanno speso inutilmente il loro tempo ad esaminarla, integrarla, emendarla.

La curiosità era particolarmente legata al verificare la versione finale dei grandi capitoli che avevano connotato la contrattazione con la commissione UE, in particolare la quota 100 per le pensioni e il reddito di cittadinanza. Invece mi sono trovato di fronte ad una specie di treno legislativo, che ha veicolato merci di ogni sorta, senza etichette che specificano correttamente i prodotti e, in molti casi destinate ad altri produttori incaricati di trasformarle in altri prodotti.

Fuori metafora: una enorme accozzaglia di provvedimenti legislativi che si propongono di regolamentare l’universo mondo delle amministrazioni per rilasci di permessi, concessioni, sanatorie di ogni sorta, trasformazioni di enti e persino di uffici, deroghe a precedenti norme, deleghe non circostanziate al governo ed ad altri organi amministrativi per emanare altri provvedimenti. Il tutto scritto in modo illeggibile, con coperture incerte, non vagliate dagli organi competenti amministrativi e parlamentari, e approvato seduta stante con voto di fiducia.

Un provvedimento palesemente incostituzionale e illegittimo, sia nella forma di adozione, che aggira il ruolo del parlamento e degli organi di controllo amministrativo, che dei contenuti, perché in buona parte incompatibili con le regole in atto che individuano il perimetro di attività della legge di bilancio.

In pratica questo Governo:

  • che contestava le burocrazie europee e nazionali, colpevoli di edulcorare le volontà del popolo, ha consegnato alle stesse la redazione della legge fondamentale per la gestione delle risorse pubbliche;
  • che contestava ai precedenti governi di assecondare le lobby e gli amici di ogni sorta è diventato il veicolo delle consorterie di ogni genere;
  • che preannunciava tagli dei privilegi e degli sprechi, dimostra una continuità sorprendente con le peggiori pratiche di erogazione di mance e favori, e delle politiche “tassa e spendi” a carico dei produttori e dei pensionati.

Ma una vera novità questo governo l’ha introdotta. Nei tempi della prima e seconda repubblica i voti di fiducia venivano decisi per impedire l’assalto alla spesa pubblica da parte dei gruppi parlamentari e delle burocrazie. Oggi il voto di fiducia viene imposto per assecondare l’assalto alle risorse pubbliche da parte dello stesso Governo e delle burocrazie della peggiore risma.

Il risultato è una sorte di ipoteca sulla gestione delle risorse pubbliche, non solo per i danni che saranno prodotti sui costi della previdenza e della assistenza, che sarà generata da un ulteriore degrado della gestione della pubblica amministrazione.

Niente paura afferma Di Maio, in futuro non sarà aumentata l’Iva perché abbiamo varato lo staff ” Mani di forbice”, per tagliare gli sprechi…
Cambiate il nome, dategli un altro compito e chiamatelo “Le forbici sulle mani”… LE VOSTRE.

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