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di Umberto Minopoli

 

Cari compagni del Pd liberatevi!

Avete un problema: il complesso della povertà. Che rischia di farvi finire nella trappola dei Cinquestelle. Anche quelli tra di voi che pure li avversano fortemente.

 

Il complesso della povertà e la trappola del populismo di sinistra

E’ la trappola del populismo di sinistra. Che si manifesta in alcuni dogmi sciocchi che si sono imposti anche nel Pd. Due in particolare:

  1. il primo, che la manovra finanziaria debba essere, principalmente, risposta alla povertà. Sciocchezza. Specie se inteso alla maniera Cinquestelle. E cioè con misure di redistribuzione, di spesa pubblica per sussidi, di assistenza. E’ un dogma suicida. Anzitutto per i poveri. Per finanziare la povertà con i sussidi si sacrifica la crescita. E la povertà non si abbassa. E’ matematico;
  2. il secondo dogma è credere che la riduzione delle tasse sia un regalo ai ricchi. Idiozia. Le tasse, oltre che i ricchi (che poi spesso sono quelli che non le pagano) le paga la maggioranza dei lavoratori, del ceto medio e degli imprenditori che investono. Ridurre le tasse stimola domanda, lavoro e crescita.

Bisogna, compagni del Pd, che vi liberiate da questi due complessi.

E vi decidiate a scegliere l’esatto opposto della piattaforma dei Cinquestelle: non la malintesa priorità della povertà, non i sussidi e l’assistenza, non la retorica del populismo di sinistra.

 

La povertà si riduce con il lavoro

La povertà si riduce solo se i poveri sono trasformati (per la maggior parte, almeno) in occupati (investimenti) e se il reddito (di chi lavora, investe, produce, spende) cresce. Possibilmente, anche, con la riduzione delle tasse e abbassando il debito pubblico (che sottrae risorse agli usi produttivi). Di qui la centralità del rigore dei conti pubblici. Vincoli interni. Non imposti dall’Europa.

In un paese a debole crescita e forte indebitamento come l’Italia, i sussidi devono essere una percentuale subordinata e proporzionale del tasso di crescita. Non la priorità. Com’è per i populisti di ogni colore.

La povertà o si riduce col lavoro o non si ridurrà mai. Tra voi c’è molta sinistra fossile, credulona, ossessionata da ideologismi, che definirebbero la politica suddetta “neoliberista”.

 

Il dogma antiliberista

E’ quello che vi sta uccidendo. Non è neo liberismo. E’ semplice logica ed aritmetica. Il dogma sciocco antiliberista vi sta precludendo gli spazi che apre la manovra assistenziale del governo. Che indigna i ceti produttivi. Bisogna che vi liberiate dai complessi fintosinistri, che allarghiate i vostri riferimenti, che vi decidiate a rappresentare gli interessi a cui serve la crescita (imprenditori, artigiani, ceti produttivi, lavoratori dipendenti).

E smetterla con la retorica pauperistica. I redditi di cittadinanza o l’assistenza dilagante, in qualunque versione, sono l’abisso della decrescita. Che è poi il vero abisso della povertà.

Una vera sinistra, sviluppista e del lavoro, dovrebbe essere l’opposto geometrico esatto dei Cinquestelle. Non una versione più civile e meno rozza di essi.

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