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Tra Orban e Putin: la fragile Italia dei gialloverdi

Lia Quartapelle mercoledì 6 Giugno 2018
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di Lia Quartapelle

 

Presidente, colleghi

Presidente del Consiglio

 

Intervengo oggi sulle linee programmatiche in materia di politica europea, politica estera e di difesa. Voglichiarire da subito quale sarà il nostro atteggiamento: non saremo all’opposizione in modo preconcetto. Lo saremo se la vostra azione dovesse indebolire la credibilità internazionale del nostro paese e se cercherete di allontanarci dall’obiettivo di un’Europa più forte perché unita.

Ed è così per l’unica novità concreta annunciata dal presidente del Consiglio sulla politica estera. A parole il governo continua a ribadire che l’Europa è la nostra casa e che gli Stati Uniti sono l’alleato privilegiato. Ma poi nella pratica l’atto qualificante con il quale il governo vuole esordire sulla scena internazionale è quello di agire nel consesso europeo allo scopo di togliere le sanzioni alla Russia

Questa posizione isola l’Italia: allo stato, saremmo l’unico Paese europeo a proporlo. Ieri l’annuncio sulle sanzioni ha scatenato gli applausi al Senato: ma perché applaudivano i senatori? All’idea di una Italia lasciata sola dagli alleati europei ma più vicina a Putin?

Quella contro le sanzioni è una posizione che legittima il comportamento aggressivo della Russia verso l’Ucraina. Le sanzioni esistono perché la Russia ha invaso l’Ucraina per annettersi Crimea e perché la Russia continua a non rispettare gli accordi di Minsk. Togliere le sanzioni significa accettare di fatto questo comportamento da parte di una grande potenza. E’ questo che vogliamo? 

Infine, voi volete indorare questo esordio di politica internazionale raccontando di un interesse umanitario. Cito il discorso del PdCsi vuole iniziare a togliere le sanzioni che rischiano di mortificare la società civile russa. Di quale società civile russa stiamo parlando? Le sanzioni colpiscono 150 individui, oligarchi, alti funzionari russi o crimeani, guerriglieri e cosidetti ministri delle autoproclamate repubbliche separatiste. E’ questa la società civile di cui vogliamo occuparci? O forse questo governo è preoccupato delle sanzioni che colpiscono le 11 grandi imprese russe – le cinque maggiori banche statali, le tre major petrolifere e tre grandi aziende belliche? Perché se c’è davvero attenzione alla società civile russa il governo non si occupa allora del capo dell’opposizioneNavalny, che è incarcerato da un governo che non ammette nessuna critica. 

Se l’idea di opporsi alle sanzioni legittima l’uso della violenza contro altri stati sovrani; se è una proposta che lascia sola l’Italia in Europa; se è un regalo alle persone vicine a Putin, allora perché tanta insistenza sul togliere le sanzioni. C’è forse qualcuno tra i due partiti di governo che deve restituire un favore alla Russia?

Noi su questa vostra proposta non staremo vicini alla Russia di Putin, ci schiereremo con l’Italia. 

Se però promuoverete azioni per la stabilità e la pace nel Mediterraneo, in Libia, in Siria, in Libano.

Se vorrete aumentare le spese per la cooperazione internazionale, se vorrete modernizzare le nostre forze armate impegnate in missioni di pace, se aprirete nuove sedi diplomatiche nei continenti dove c’è voglia e bisogno di Italia.

Allora ci troverete.

Ma se alle aziende e ai lavoratori italiani del settore delle acciaierie il governo preferirà stare con Trump.

Se continuerete contro ogni evidenza a pensare il nostro miglior alleato in Europa sia Orban, che è stato il primo a rifiutare il piano di ricollocamento dei migranti.

Se continuerete a usare frasi razziste verso Paesi con cui abbiamo una amicizia di lunga data come la Tunisia, invece di rafforzare la collaborazionecon loro per arrestare gli scafisti.

Ogni volta che cercherete di rendere l’Italia più fragile, più debole e più sola.

Ci troverete all’opposizione, a difesa degli interessi nazionali dell’Italia e dell’Europa nel mondo.

 

(Discorso pronunciato in aula alla Camera in occasione del dibattito sulla fiducia al governo Conte)

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