di Elisabetta Corasaniti
Liberi Uguali con i suoi D’Alema, Grasso, Bersani (e compagnia rancorosa), dopo aver ottenuto il duplice successo sperato di indebolire il PD e , nel contempo, raggiungere un risibile 3%, sono da considerarsi a partire da oggi, ufficialmente inesistenti.
Questa lungimirante sinistra italiana aveva come unica strategia la demonizzazione di Renzi.
Con un un crescendo di accuse, colpi, ruggini, rivendicazioni, personalismi, spaccature tra ceti politici e poca, pochissima politica, quello che doveva essere il soggetto politico della rinascita della sinistra (quella vera) era diventato un vecchio, piccolo contenitore non si sa bene per fare che cosa.
Il tutto è stato realizzato con acribia.
Infatti, pur essendo una battaglia tutta interna al Pd, ha assunto connotati nazionali nel momento in cui la guerra è stata combattuta come opposizione ideologica all’azione di Governo (abolizione del jobs Act, difesa articolo 18 glorioso simbolo da riesumare, no riforma costituzionale).
Nostalgici di se stessi, sono loro il sistema politico ed educativo che abbiamo l’obbligo di combattere e soppiantare: quello che scoraggia iniziative, innovazione, merito e opportunità.
Renzi aveva commesso l’errore di fare qualcosa di cui non si ha traccia nella memoria recente della sinistra: prendere l’iniziativa politica e impostare l’agenda politica alle sue condizioni e con ambizione. Per riformare sistemi profondamente incrostati.
Il loro obiettivo era vederlo fallire.
Si sono sperticati con appelli di ricostruzione del partito della sinistra, con proposte di nomi ridicoli anche agli occhi dei più comprensivi.
Si consideravano vittime di una presa ostile del partito da parte di Renzi.
Renzi, colui il quale aveva trasformato il PD in un veicolo irriconoscibilmente vincente: liberale e progressista, un pò di destra, un pò di sinistra, un pò di centro.
Capace di prendere da solo, il 40 % di voti.
La leadership di Renzi, in particolare, è stata un’esperienza sconvolgente per la sinistra del partito. È salito alla ribalta sulla base di una campagna che prometteva di demolire la vecchia leadership del PD a causa del suo anacronismo.
Era stata finalmente proposta una riforma costituzionale che poteva rendere efficiente il sistema parlamentare italiano. Ma i suoi detrattori l’hanno svenduta agli elettori come una ‘riforma autoritaria’ , e si sono opposti con risolutezza.
A causa di quel primo popolo del NO, ora ci ritroviamo con un governo ibrido e nzionalpopulista.
Come si può perdonare?
Dimenticare il danno che hanno fatto a questo vituperato Paese è impossibile.
Aspirante giurista riformista, pianista e lettrice compulsiva. Tra Beethoven, Rachmaninov, Baricco, Kundera, Mortati e Smend, sono la mamma di Laura.