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Coraggio Pd! Chiamiamo a raccolta gli europeisti

Umberto Minopoli sabato 20 Ottobre 2018
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di Umberto Minopoli

 

La Baviera conferma un dato europeo dissimile dall’Italia: in Europa, per ora, i populisti non sfondano, i partiti europeisti restano abbondantemente sopra la maggioranza assoluta dei voti (70% in Baviera). I populisti neanche in Baviera sfondano. L’Italia è l’unico paese in cui i populisti superano il 50% dei voti e vanno al governo.

Perché? Questo dovrebbe essere il tema del congresso del Pd e di una discussione seria in Forza Italia (ormai quasi all’estinzione). In Baviera gli europeisti toccano il 70%. In Italia mettendo insieme tutte le opposizioni siamo a poco più del 31%.

 

Il voto europeista è sottodimensionato

Non è possibile che questi siano i rapporti di forza reali. Il voto europeista, liberal-democratico, anti populista in Italia è sottodimensionato. Da che cosa? Da due diaframmi, da due devianti limitazioni dell’opposizione: l’equivoco del centrodestra e quello del centrosinistra. Il primo tiene in trappola un elettorato moderato e di centro (assai più vasto del 9% attribuito oggi a Forza Italia) avverso al blocco populista. Il centrosinistra, limitandosi a se stesso, si consegna a percentuali irrisorie (oltre il 17,5% attribuito al Pd esiste solo un miserrimo 4%).

E’ questo il problema politico italiano: il sottodimensionamento dell’opposizione. Che è sulla carta assai più debole di quanto dovrebbe e potrebbe. Ecco un bel tema per un congresso del Pd. Più utile e interessante delle sue beghe interne. C’è in Italia un elettorato, silenzioso e nascosto, di opposizione al populismo che è molto più largo di Pd e Forza Italia così come sono oggi. E che essi non riescono a rappresentare. Perché sono strabici: FI guarda a Salvini; il Pd guarda a sinistra. E così l’opposizione risulta ai minimi, più debole della sua reale possibile consistenza.

 

Liberarsi dalle catene

Occorrerebbe liberare Pd e FI delle loro illusioni e catene. E dare un’offerta politica ad elettori moderati, di centro e di sinistra preoccupati del populismo, irritati dalle sue incompetenze e prepotenze ma che non riesce a riconoscersi nella mediocrità e paralisi di Pd e Forza Italia.

Altro che Zingaretti: risposta vecchia e burocratica.

Servirebbe al Pd il suo opposto: una leadership coraggiosa, autorevole, che porti il Pd fuori dal fortino ideologico del centrosinistra. Che parli alla Nazione (non alla piccola sinistra), che attragga tutti gli elettori, a sinistra, al centro e a destra, senza preistoriche limitazioni, preoccupati dell’estremismo, della radicalizzazione, del disastro populista.

Un nuovo, grande Nazareno, alla luce del sole, che dia realismo ad un’alternativa ai gialloverdi.

 

 

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